martedì 25 agosto 2009

La Tris del Lario in una giornata; il racconto di Alessandro e Marco




Il ritrovo è a Como, alle 7 del mattino. Sappiamo che ci attende una lunga giornata in sella, e vogliamo evitare le ore più calde.
Il cielo è di un color rosa pallido striato dal grigio di qualche nuvola.
Meglio così, pensiamo, magari riusciremo a non crepare di caldo sui tornanti del Ghisallo.

Partiamo attraversando una città insolitamente trafficata, per essere le sette di mattina di un sabato di agosto. Usciti da Como la situazione torna ad essere quella che ci si aspetterebbe: strade quasi deserte, i paesi del lago passano uno dopo l'altro e sembrano svegliarsi al nostro passaggio. L'aria è fresca e limpida. Il lago è uno spettacolo da ammirare.

Sulla strada incrociamo i veri eroi del 22 agosto: i partecipanti alla gara di Ironman di Bellagio, che hanno già affrontato 3.8 km a nuoto nelle acque fredde del mattino e hanno appena cominciato i loro interminabili 180 km in bicicletta.

Arriviamo a Nesso che non sono ancora le 8, e attacchiamo la prima salita.
Con molta calma, mi raccomando, perché la strada è ancora lunga.
Mentre i tornanti salgono il panorama si apre sempre di più. Il lago sotto di noi, la montagna davanti.

Senza forzare arriviamo alla Colma in un'oretta circa, ci infiliamo la mantellina e ci lanciamo subito in discesa.
Sormano, Asso, Valbrona e continuiamo la discesa fino a Onno, dove giriamo le biciclette e cominciamo a risalire.
La pendenza costante e non impegnativa potrebbe indurre in tentazione, ma non bisogna esagerare perché mancano ancora tanti metri di dislivello.
Si scollina al cimitero di Valbrona con un onesto 18'37'', e a quel punto decidiamo di rendere ancora più "pepato" il giro. Invece che ridiscendere verso Onno e proseguire per Bellagio facendo solo discesa e pianura, si torna ad Asso e si risale il Ghisallo dall'altro versante, quello meno "nobile", passando per Lasnigo, Barni e Magreglio. Un fuori programma che aggiunge altri 250 metri di dislivello al già impegnativo percorso di giornata.

Incontriamo nuovamente un gruppetto di Ironmen, e arriviamo alla Madonna del Ghisallo insieme a loro, prendendo anche noi un po' di (immeritati) applausi da parte della piccola folla lì presente ad aspettare i veri atleti.
Giù nuovamente fino a Bellagio, con la consapevolezza che ogni tornante fatto in discesa verrà risalito di lì a poco.
Si fa un giro della rotonda di Bellagio, si scala il rapporto e ci si rimette a salire.
Ormai sono quasi le 11, le nuvole si sono dissolte e il caldo comincia a farsi sentire. Quando passiamo ai Mulini del Perlo, al 14% sotto il sole e con due salite già nelle gambe, malediciamo silenziosamente il momento in cui abbiamo avuto l'idea balzana. Ma si continua senza parlare, con il rapporto più leggero e il fiato sempre più corto.
A Civenna si riprende respiro e ci si prepara per gli ultimi 8 tornanti, quelli mitici del Lombardia.
Sembra un conto alla rovescia: 8, 7, 6, 5... Le curve a gomito si susseguono rapidamente una dietro l'altra. Ultimo tornante, ultimo dritto di 300 metri.
Lo amo e lo odio, quell'ultimo rettilineo. Sai che l'arrivo è lì, a portata di mano, ma una lieve curva a destra nasconde lo scollinamento alla vista, e sembra che quegli ultimi metri non finiscano mai. Il Ghisallo non ti regala niente. Il Ghisallo te la fa sudare fino in fondo.
Sull'asfalto c'è una scritta ormai quasi sbiadita "vai Ale campione del mondo". L'hanno scritta al Giro di Lombardia 2008 per Ballan, ma mi chiamo Alessandro anche io e voglio pensare che in quel momento quell'incitamento sia lì per me.
La strada piega leggermente ed ecco apparire la chiesetta e la fine della salita.
Ultimi metri.
Fatta.
La tris è nostra!

Il tempo di mangiare qualcosa e ci rimettiamo in sella, in discesa verso Asso. Come si suol dire: ormai abbiamo fatto 30, facciamo anche 31... Al bivio per Sormano svoltiamo a destra e cominciamo a risalire verso la Colma.
Chiediamo l'ultimo sforzo alle nostre gambe, che per fortuna non ci abbandonano e dopo altri 9 chilometri arriviamo nuovamente alla Colma di Sormano, da cui eravamo già passati qualche ora prima, ma in senso contrario, resistendo alla tentazione di passare per il "muro".

Adesso è davvero fnita. Un poker memorabile.
Si torna verso Como con tanta fatica e tanta soddisfazione.

Alessandro e Marco

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