sabato 1 agosto 2009

Le salite leggendarie: il Passo dello Stelvio




Il passo dello Stelvio, il più alto d’Italia, secondo in Europa solo al Col de l’Iseran (Francia, 2770 m s.l.m. 12 metri di differenza!) per questo la cima Coppi in assoluto ogni volta che il Giro d’Italia l’ha affrontato.

Sui suoi tornanti, dal versante di Bormio o da Prato allo Stelvio, il ciclismo ha scritto pagine memorabili, legate soprattutto al campionissimo: Fausto Coppi, che qui ha compiuto una delle imprese più belle della sua carriera e anche l’ultima, quando il 1° giugno del 1953, nella penultima tappa del 36° Giro d’Italia, la prima ad inserire l’ascesa allo Stelvio nel suo tracciato, raggiunse e staccò lo svizzero Hugo Koblet, vincendo tappa e strappandogli la maglia rosa.

Questa e altre storie attribuiscono allo Stelvio un fascino unico, che va oltre i semplici numeri, che da un sapore particolare alla salita, che fa crescere l’emozione pedalando lungo i suoi 20 km abbondanti.

Anche il panorama è mozzafiato.
Sono sufficienti 2 tornanti per abbandonare il centro caotico di Bormio e ritrovarsi in mezzo ad una natura intatta, fresca, giovane, e respirare un’aria purissima.
Passare da strade larghe e ben asfaltate ad infilarsi in gallerie strette e piccolissime ricavate dalla roccia.
Risalire lungo le cascate del fiume che nasce dai ghiacciai, trovarsi al cospetto dell’Ortles, del Gran Zebrù, all’interno del Parco Nazionale.


La partenza e l’arrivo sono gli stessi della “Re Stelvio”, la gara per cicloamatori che annualmente vede migliaia di appassionati salire i 36 tornanti del versante valtellinese.

Una striscia di vernice bianca con le scritte della gara posta di fronte alle Terme di Bormio vi indicherà il punto esatto dove far partire il cronometro, mentre l’arrivo è in corrispondenza del cartello del passo.
Prima del 12° km compare la scalinata di Spondalunga con la sua sequenza di tonanti in mezzo a cascate e costoni di montagna imponenti: è il tratto più spettacolare della salita.
Non lasciatevi ingannare perché sembra essere il culmine della salita, ma è solo un primo scollinamento. Siamo il località Bocca del Braulio, a circa 2300 metri di quota, qui inizia un lungo costone in leggera salita che porta all’ultimo strappo: in lontananza si intravede il passo e gli ultimi 2-3 km sono scanditi da tornanti nuovamente ripidi.
Dopo il bivio per il confine svizzero le pendenze sono stabilmente sopra l’8%, è una delle parti più dure, ma ormai è quasi fatta: il Re dei Passi ci ha permesso di salire fino alla sua testa.

Questa è una salita leggendaria, ogni giorno decine di ciclisti si cimentano sulle sue rampe, è come se fosse la “Mecca” del ciclismo: ogni appassionato ci deve andare almeno una volta nella vita!

Damiano Ruffinoni per Grimpeur.it

La carta d'identità del Passo dello Stelvio

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