lunedì 15 giugno 2009

Mortirolo, non solo una salita!

Così ho scalato il Mortirolo!

Di buon ora parto in macchina alla volta di Tirano, parcheggio e alle 8.00 sono già in sella alla mia bellissima Kuota.
Solo, come piace a me quando voglio fare qualcosa di speciale.

Cerco di carburare nei 7 km che mi separano dall'attacco a quella che è una salita che non ha bisogno di presentazioni.
Assaporo la bellezza della Valtellina e la tranquillità dei paesini che attraverso prima di giungere a Mazzo. Breve sosta, tolgo gli occhiali, bevo... sono pronto. Si parte...

Salgo gustando l'aria fresca e attendo che il Mortirolo mi distrugga!!
Per i primi 3km riesco a tenere i 15km/h, poi ecco che inizia la Salita.
39x26, testa bassa a guardare l'asfalto e pedalata quanto possibile agile. Il cuore inizia a scandire la sua fatica nel silenzio generale. E' dura. Dura, ma sono fresco e so cosa mi aspetta. 6km di pura fatica.
Qualche centinaio di metri e il primo tratto al 18% è alle spalle, ma ora la strada farà di tutto per demolire la mia forza e la mia volontà di scalarla. Ecco altre impennate che fanno male. Mi ci butto a testa bassa, in piedi, tirando forte con le braccia, sfruttando per quanto possibile una pedalata rotonda. A stento mi tengo sui 10km/h.
Che fatica.
I km passano, mi inerpico sulla montagna, ma piano piano la forza viene meno e la tenacia che ho sempre con me inizia ad abbandonarmi.
Ma non devo mollare. Di metter giù il piede non se ne parla!!
Ho una scherzosa promessa da mantenere alla mia ragazza... meno di 1h10'!!
Il tempo passa e arrivo all'ultima asperità prima di uscire dal bosco, percorrere gli ultimi metri fra i prati e giungere alla ambita meta.
La supero tenacemente. La pedalata si fa più agile nei metri finali. Vedo il cartello. Ce l'ho fatta.
Un ora cinque minuti e sette secondi!
Che soddisfazione, che silenzio, che panorama. Che bello!

Ma la mia avventura non è finita!
Quindi proseguo nel mio itinerario, studiato attentamente sulle mie amate cartine.
Adoro programmare i miei itinerari e metterli in atto è una sfida appagante.

I chilometri che mi portano verso l'Aprica sono divini, in cresta, con lo sguardo che si perde nella magnifica natura alpina. Dalla Valtellina che ho lasciato così in fondo, all'Adamello così imponente e bianco contro un cielo di un blu che riempie di felicità. Vera.
Le ruote macinano strada agevolmente e in un'ora circa sono all'Aprica.
Incrocio la statale che unisce la provincia di Sondrio a quella di Brescia. Vado a sinistra. Scendo verso Edolo, che raggiungo dopo altri chilometri di discesa in posti a me nuovi.

E' quasi mezzogiorno. Fa caldo, molto. Ma ormai sono al punto di non ritorno!
Non posso far altro che... scalare il Mortirolo anche dal versante Camuno!

Salgo velocemente lungo la statale per il Tonale e al bivio per Monno inizia la nuova ascesa al Passo.
Si sale facile, pendenze ragionevoli, ma il caldo è terrificante. La vista anche qua è impagabile. Dopo Monno incontro un tratto "serio". Sarà al 16% a occhio e croce e superarlo non è semplicissimo, ma passo e vado oltre. Ormai sono convinto che la mia esperienza giungerà al termine senza intoppi. E come sempre quando pensi che è fatta arriva quello che non ti aspetti... le gambe rallentano, il cuore scalpita malamente!
Il forno in cui sto pedalando mi sta cuocendo a dovere!! Mentre il sole mi malmena bevo quel che rimane dalla borraccia e sono deciso a giungere in vetta senza soste... ma sono senza acqua!!
Le sparute case che incontro non hanno nemmeno l'ombra di una fontanella. La cosa diventa problematica!
In mio aiuto arriva un semplice torrente di montagna, che sgorga fra le rocce nella sua naturale frescezza a bordo strada. Non ci penso due volte... salto giù e riempio la borraccia, ci guardo dentro, qualcosa galleggia, ma me la scolo tutta!! Doccia improvvistata e via per gli ultimi assolati chilometri.
Riparto di slancio come rinato. Ecco il muro finale che sapevo aspettarmi. E' una pugnalata, ma supero anche questo. L'ultima fatica.

Di nuovo, eccolo, il Mortirolo. Bravo, mi dico!!

Godo nel ridiscendere verso Mazzo e la strada per Tirano è un lento assaporare i 100km che ho percorso. 100km solo con me stesso, i miei pensieri, una natura che dà tantissimo e una nuova emozionante esperienza di vita che non dimenticherò mai.

Michele da Pennabilli