lunedì 16 dicembre 2013

sabato 13 luglio 2013

Emozioni uniche dall'Ironman di Francoforte - Triathlon internazionale

IRONMAN DI FRANCOFORTE
3.8km nuoto – 180km ciclismo – 42.195km corsa
07/07/2013

Usando un po’ di retorica posso affermare con una gioia immensa che il 7 luglio del 2013 ho coronato un sogno.
Giungere al traguardo di un Ironman è qualcosa che va oltre il mero gesto sportivo. Per me è stato un viaggio fatto di emozioni e sentimenti che racchiudono in maniera piena il senso che do allo sport e quello che il triathlon riesce a regalarmi ogni giorno. Una miscela perfetta di fatica, determinazione, costanza, impegno che mi hanno portato al raggiungimento di una piena soddisfazione personale e una immensa commozione culminata nel varcare la linea del traguardo che mi ha fatto diventare un Ironman!

La mia voglia di partecipare a questa gara nasce, in maniera velleitaria e poco cosciente, alla fine degli anni 80 quando in TV vidi un servizio sull’Ironman delle Hawaii. Ne rimasi affascinato, tanto da farci un tema in 1° media. Quel desiderio fugace di bambino si perse comunque velocemente distratto da altri interessi e dal fatto che del triathlon nel mio piccolo paese di collina non ne era contemplata neanche l’esistenza!

Più di ventanni dopo inizio la vera preparazione a questa gara, dopo tre anni di indecisioni sull'iscrivermi o meno ad un evento così estremo.
A settembre 2012 inizia il carico di lavoro suddiviso abbastanza equamente fra le tre discipline. In 10 mesi arriverò a fare qualcosa come: 120h di nuoto con una decina di gare in vasca, 6500km in bici e un numero quasi incalcolabile di ore e km di corsa culminato in 2 maratone. Torino a novembre (3h06’) e Milano ad aprile (3h04’).
Con mia immensa fortuna, e un attento ascolto del mio corpo, non ho mai sofferto un infortunio o un periodo di malattia che mi abbiano limitato nella preparazione.

Il 4 luglio si parte in camper verso la meta. Francoforte. Porto con me 6 tifosi speciali: i miei genitori, mio fratello, mia nipote e Simona con mia figlia al suo interno!!!
Sono pronto fisicamente e mentalmente sereno.
Arriva la mattina della gara. Dormo incredibilmente bene per 6 ore. Un evento raro di per se prima di un appuntamento del genere.

Mi porto alla partenza al lago di Langen ed entro in zona cambio. Gonfio tubolari a 9,5 atmosfere, ci sarà il sole e voglio il massimo dalle mie performanti ruote. Infilo la muta ed entro in acqua. Con me 3000 triatleti da più di 50 nazioni. Musica e speaker scandiscono i palpitanti momenti che precedono la partenza. Mi posiziono un po’ defilato, voglio stare fuori dalla ressa per quanto possibile.

Annunciano 1 minuto alla partenza. Mi muovo nell’acqua e guardo gli altri attorno a me. Ci si sorride e ci si augura una buona gara a vicenda. Che questo giorno lunghissimo per tutti sia portatore di immense soddisfazioni.

Sento lo sparo di partenza. La gara è iniziata.


NUOTO
Cerco di evitare contatti e così sarà per fortuna fino alla prima boa a circa 700m. nuoto rilassato, lungo e curando il gesto. Mi sento benissimo. Tutto sembra perfetto. Arrivati alla prima boa inevitabilmente si crea un imbuto pazzesco e mi preoccupo solo di uscirne incolume. Qualcuno mi passa sopra io faccio altrettanto su qualcun altro. Ora via verso terra di nuovo per chiudere il primo dei due giri. Copro i primi 2100m in 38’, benissimo per me, e nel passaggio a piedi riconosco fra la folla Michael, un mio caro amico tedesco venuto apposta da Colonia a tifarmi.
Il secondo giro parte maluccio sbagliando rotta e perdendo qualche minuto, ma non me ne curo e ora l’unico pensiero è quello di finire la frazione a me meno congeniale e toccare di nuovo terra senza problemi.
Dopo 1h09’17’’ esco dall’acqua e il mio tifo mi acclama con calore. Un saluto e via sulla rampa di sabbia che porta al T1.

T1
Prendo la sacca con i miei vestiti per la bici. Ho preso la decisione di non gareggiare con il body per tutta la gara ma di vestire indumenti tecnici per la bici e per la corsa.
Il cambio è regolare. Con lucidità e calma esco bene dalla tenda e corro a prendere la mia bici.
6’43’’ si riveleranno nella norma rispetto a tutti gli altri atleti.

CICLISMO


Si parte subito con un tratto veloce in leggera discesa di 15km, che porta a Francoforte. In posizione da crono fin dai primi metri cerco di non curarmi degli altri che mi passano e di quelli che vanno più piano di me. Mi ascolto con attenzione e sento che il mio passo è giusto. Il contachilometri mi rasserena ulteriormente, faccio i 35km/h senza nessun affanno. Passiamo in pieno centro città davanti alla zona cambio da cui poi partirà la maratona. Il tifo è già spettacolare nonostante siano le 8.30. ora iniziano due giri di 83km circa immersi nelle campagne. Il tracciato non è duro ma presenta qualche breve impennata o lunghi tratti poco pendenti, che non mi si addicono. Si formano folti gruppi nonostante il divieto di scia, ma siamo talmente tanti che è inevitabile. La prima salita diventa un buon punto dove recuperare qualche posizione e sgranare un po’ i concorrenti. Il pubblico ai lati della strada è pazzesco! Con una passione smodata l’incitamento è praticamente costante ed entusiasmante. Così sarà per tutto il percorso. Solo in alcuni punti si soffre un po’ il silenzio ma viene buono per guardare il paesaggio circostante, fatto di campi di grano e morbide colline. In lontananza ogni tanto scorgo lo skyline di Francoforte con i suoi grattacieli.
Filo via bene curandomi di mangiare con regolarità e bere abbondantemente. Il caldo aumenta vertiginosamente e il sole è davvero fortissimo. Un noioso vento rende la pedalata un po’ più difficile del dovuto, ma procedo con determinazione. Giungo all’ultima salita denominata “heartbreak hill” prima di piombare in discesa sulla città. Questa breve ascesa è qualcosa di indimenticabile. Due ali di folla che urlano indemoniate. Ricevo pacche sulla schiena come riceverebbe un professionista al Giro o al Tour. Mi galvanizzo e mi emoziono allo stesso tempo. Musica a volume assordante, gente in festa e calici di birra alzati verso di noi a brindare alla nostra impresa.  Dentro di me penso che l’entusiasmante esperienza che sto vivendo mi dia veramente motivo di gioire per questa mia innata passione sportiva. Sento un fiume in piena di emozioni ad ognuno dei  180km che percorro con attenta concentrazione e pieno apprezzamento.
Tornato a Francoforte la folla è diventata immensa. Sento urlare il mio fantastico gruppo di supporter ma è impossibile vederli nella massa. Breve passaggio sul lungo Meno e via per il secondo giro. Ho percorso 100km e la mia media è un ottimo 33,20km/h. faccio un po’ di conti per ingannare la fatica e realizzo che sto andando alla grande, ben sopra le mie aspettative più rosee.

Ma è verso il 150°km che le cose iniziano a prendere una piega allarmante. Sento i quadricipiti indolenziti e sto diventando insofferente allo stare in posizione da crono. La sella inizia a torturarmi e devo rialzarmi più volte per sgranchirmi e cambiare posizione. Sono stanco, o meglio stufo di stare in bici. Ormai ogni triatleta è veramente distante da quello che lo precede o lo segue. A volte mi ritrovo con nessuno in vista per parecchie centinaia di metri. La testa continua a supplicarmi di smettere di pedalare, di scendere da quel mezzo e liberare le gambe dalla costrizione che le tiene attaccate ai pedali. Ricaccio indietro tutto quanto può minare la mia determinazione, ma so che mancano ancora 30km. Mi spaventa l’ignoto. Non mi sono mai spinto così lontano, così alla ricerca dei miei limiti fisici e mentali, e ora che sono passate 6 ore di attività ininterrotta e fatta con un buon piglio inizio a dubitare delle mie capacità di riuscire poi a correre per 42km. Il tutto diventa un immane muro insormontabile. Mi sforzo di guardare il paesaggio e mi impongo di procedere a piccoli pezzi. Immaginavo sarebbe arrivato il momento in cui avrei iniziato a ragionare in questi termini. “Mancano 10km all’ultima salita. Non vedo l’ora di arrivarci per rituffarmi in quel clima da grande evento ciclistico.” Con queste parole le gambe collaborano di più e nonostante un leggero rallentamento di passo riesco a mettere alle spalle le ultime fatiche, godermi il passaggio sulla tanto attesa “heartbreak hill” e poi via in discesa pronto ad entrare in T2 e soprattutto pronto per la maratona finale!

T2
Un volontario dello staff richiama la mia attenzione. Scavallo la gamba destra dietro la sella e scendo lasciandogli la bici al volo. Corro verso la mia sacca appesa nelle rastrelliere. Entro nella tenda per il cambio. Tolgo tutti i vesti, indosso quelli della corsa, calzo le scarpe. Giro il pettorale davanti e esco. 2’13’’, velocissimo!

Corsa
Mi aspettano 4 giri da 10,5km più il corridoio finale che porta al traguardo. Dal primo metro ho la pelle d’oca per il tifo che ogni singola persona rivolge verso noi atleti. “Michele super!” e ancora “Michele go go!” oppure “bravo Michele!”. Non posso credere che sarà così per tutti i 42km che devo correre. Invece si! Il nome sul mio pettorale viene letto da un quantitativo imbarazzante di gente che mi sostiene con un calore che, onestamente, non pensavo fosse una peculiarità del popolo tedesco. Tornando alle mie sensazioni il primo giro passa bene con un ritmo costante di 5’/km. Sarebbe eccezionale tenere un passo del genere fino in fondo, mi regalerebbe una maratona in 3h30’. Penso che anche con una flessione sul finale riuscirò comunque ad ottenere un buon tempo. Continuo la mia fatica sotto il sole delle 2.00 del pomeriggio.
Il caldo è forte e i ristori posti ogni 1,7km sono davvero una manna. L’organizzazione è speciale, i ristori impeccabili. Mi disseto con acqua, Sali e coca quasi ad ogni ristoro. Uso il ghiaccio per dare sollievo alla pelle ormai ustionata. Spugniaggio a più non posso per abbassare la temperatura. Anche i secondo giro se ne va e il ritmo è pressoché invariato. Sto correndo alla grande e la cosa più rincuorante è che mi sento bene, in pieno controllo del gesto tecnico e delle mie forze. Poi davanti a me accade un fatto inaspettato che mi lascia basito. In mezzo ad un mare di atleti ‘Age Group’ scorgo una figura che cammina che sembra un pesce fuor d’acqua. Quando lo passo lo riconosco, è Pete Jacobs, il campione del mondo Ironman, che è saltato e sta camminando i suoi ultimi km! Esclamo “Pete!” con stupore e dispiacere per un così grande campione. Riprendo la mia marcia. Per 6 o 7 volte il mio personale gruppo di tifosi mi sospinge verso l’agognato traguardo, con urla, foto e filmati tutti per me. Inizio il terzo giro e penso che sarà quello della verità. Mi porterà al 31°km che reputo il limite fisiologico oltre il quale la corsa diventa veramente un mondo fatto di sofferenza e pura resistenza. La stanchezza aumenta inevitabilmente ma sono abituato a questo tipo di sensazioni a piedi e non me ne curo. Pensieri più preoccupanti arrivano invece dalla fatica che ora incontro nell’alimentarmi, fatta di grande richieste di zuccheri e liquidi alternate a sensazioni di pesantezza digestiva e blocco totale a livello organico. Spero solo non sfocino in problemi intestinali o addirittura in un collasso. Decido di prendere una bustina di sale da cucina che danno ai rifornimenti. Cosa mai provata prima. Mi inonda la bocca del classico sapore pungente del sale e sebbene in un primo momento abbia pensato di aver fatto un clamoroso errore, dopo poco si rivela una mossa azzeccata. Finalmente ho tolto tutto il dolciume che mi attanagliava la bocca e anche lo stomaco sembra aver gradito. Questo piccolo accorgimento mi dona brillantezza anche nella corsa e arrivo a prendere il 3° bracciale colorato che testimonia il completamento del terzo giro. Inizio gli ultimi 10km che mi separano dal raggiungimento del mio personalissimo sogno. Passo per un’ultima volta davanti a Simona che mi urla “ci vediamo all’arrivo!”. Devo ricacciare giù il nodo alla gola che mi si crea al pensiero di giungere al traguardo. Al 35°km inizio a stringere i denti per combattere la fatica e nel tentativo disperato di non ridurre drasticamente la velocità. Ora entro completamente in quello stato di sofferenza che la maratona non manca quasi mai di farti provare. Ansimo in maniera goffa e dolente ma non mollo il ritmo che ormai è diventato di 5’15’’/20’’ al km. Manca pochissimo e sono attorniato da una marea di triatleti che camminano, che ciondolano, che non invidio affatto perché alcuni di loro non hanno neanche completato il primo giro e già camminano. Come un miraggio arrivo al giro di boa in cui mi consegnano l’ultimo bracciale. “Bravo Michele” mi urla il ragazzo dello staff. Inizio già a sentire la commozione che monta. Mi mancano 2km e so che ormai niente mi può più fermare dal raggiungere il mio obiettivo.

Stanco ma lucido affronto l’ultima salita sul ponte che mi riporta dal lato della città in cui è posto l’arrivo, in piazza Romerberg. Ce l’ho fatta continuo a ripetermi e il passo come per magia diventa spedito, leggero, pieno di un’euforia incontenibile. Ogni tanto nell’ultimo km la commozione mi si attanaglia in gola tanto da far fatica a respirare. Passo di fianco alla zona cambio. Lancio uno sguardo alla città e i suoi grattacieli. Le gambe girano veloci prive di qualsiasi sensibilità, colme di adrenalina. E poi davanti a me il bivio con la scritta “Finish”. Piego sulla destra e lascio l’anello che ho percorso 4 volte. Entro in un corridoio fatto di centinaia di persone, strette attorno a me. Il volto si deforma in una smorfia fatta di lacrime e tutti urlano e allungano le mani verso di me capendo le mie emozioni. Batto ‘cinque’ a destra e a manca e poi il corridoio si allarga in due ali immense. Una tribuna a destra e una a sinistra e in fondo l’arco dell’arrivo. Cerco con lo sguardo i miei  e li vedo proprio a fianco dell’arco.
La gioia è irrefrenabile. Alzo le braccia e con una grinta straordinaria urlo a squarciagola verso di loro. Pochi passi ancora e un ultimo urlo con tutto il fiato che ho in corpo mentre taglio la linea del traguardo a braccia alzate.



Sopra di me compare la scritta:
M. ZUCCHI         10h33’35’’
YOU ARE AN IRONMAN


  
Parziali:
Nuoto   1h09’17’’ – 1098°
Bici         5h30’02’’ – 967°
Corsa    3h45’23’’ – 479°
T1 – 6’43’’
T2 – 2’13’’
Atleti totali: 3015
Piazzamento assoluto: 687°
Piazzamento di categoria 125° su 445

mercoledì 3 luglio 2013

Quando la bici è un'avventura!

Spesso pedalando sulle salite abbiamo la fortuna - che diventa sfortuna se l'incontro é in discesa ! -  d'incrociare animali che ci fanno rimanere a bocca aperta per qualche istante; caprioli, scoiattoli, volpi sono ormai una costante delle nostre pedalate.

Ma  Pietro Di Vincenzo ha voluto andare oltre; facendo la salita da Costa Imagna alla Valcava, una bella biscia gli si è buttata tra la ruota e la forcella. Il povero "grimpeur" preso da paura ha sbandato ed è caduto, senza nessuna conseguenza, poi però ha dovuto chiedere supporto ad altri ciclisti per rimuovere l'animale.

A quanti di vostra conoscenza è capitata una cosa così?

Da oggi, attenzione anche ai serpenti suicidi!











giovedì 13 giugno 2013

I protagonisti di Grimpeur - Emozioni di una gara di triathlon.

CHALLENGE RIMINI 
IRONMAN 70.3 (1,9km nuoto – 90km bici – 21,1km corsa)
26/05/2013

Un excursus nel mondo del Triathlon...
Un veloce passo indietro. Da anni pedalo e registro i miei tempi su Grimpeur, ma prima ero un podista. Poi ciclista e podista. Infine da 5 anni faccio gare di triathlon.

Questo è un racconto della mia ultima fatica, il Mezzo Ironman di Rimini, estrapolato dal mio meticoloso diario sportivo.

"La mia miglior gara di triathlon in assoluto.
Una giornata da incorniciare. Felicissimo per un risultato per me eccelso per di più ottenuto nelle terre di casa.
Tre giorni di riposo assoluto precedono la gara. Forse troppi, ma fra meteo avverso, viaggio a Pennabilli e preparazione materiale per la gara non c’è stato tempo di allenarsi. Mi sento molto fresco fisicamente e mentalmente pronto. Sebbene sia quasi un test per l’Ironman di Francoforte ho tanta voglia di fare bene e non vedo l’ora di gareggiare.
La presenza di McCormack (due volte campione del mondo Ironman) mi stimola ancor di più a dare il massimo in un contesto così internazionale.

Sabato il check-in della bici sotto un forte diluvio. Bella l’atmosfera anche se il meteo pessimo fa di tutto per rovinare l’evento. 
Sabato pranzo e cena con pasta e petto di pollo. Quasi nient’altro. Dormo malino sebbene la mia unica tensione derivi dalla scelta dell’abbigliamento per la bici. Maniche lunghe, corte, antivento, manicotti? Forte indecisione. Sveglia alle 6.00. colazione con  6 fette di pane tostato, 3 con prosciutto crudo, 3 con marmellata. Una barretta powerbar. The. Mi sento fin troppo pieno. In macchina sbadiglio e digerisco.
In transizione trovo Macca, Fontana e altri Pro. Faccio qualche foto. Preparazione meticolosa del materiale. Rischio pioggia alto. 8/10°. Opto per scarpe bici a terra e abbigliamento a manica lunga.
Tutto pronto.
1000 atleti al via. La tensione sale sotto un cielo di piombo e il mare che fa di tutto per rendere la prima frazione un vero incubo. 
Si parte!


Nuoto
Il percorso viene modificato per mare grosso. Accorciato a 1300m circa. Temperatura dell'acqua 14°.
Parto sereno, deciso ma senza affanno, nuoto bene e fuori dalla ressa. Le onde, molto alte e lunghe, rendono la nuotata difficile, ma mi piace. Al giro di boa nessun contatto, ora il mare a favore mi spinge a spasso, ma infondo penso di tenere una buona linea. In pochissimo mi ritrovo a riva. Non mi sembra vero. Fatica nulla.
Nuoto 23’41’’ – 159° tempo di frazione














T1 - 3’44’’. troppo lento e macchinoso in questa prima transizione. Per infilare maniche perdo tempo. Metto anche calze. E via altro tempo. Ma risulterà una scelta perfetta per non sentire un minimo di freddo soprattutto nelle discese.

Bici
Il percorso duro mi si addice alla perfezione. Unico pensiero è quello di non esagerare.
La frazione in bici negli Ironman e nei mezzi Ironman è senza scia. 
Senza spingere nei primi km per uscire da Rimini mi attesto sui 35km/h. mi sento molto fresco. Bevo dei sali nei primi minuti mentre i giudici di gara in moto si danno un gran da fare per controllare le scie degli atleti. sto ben attento a non incappare in una ammonizione (4' fermo) mentre qualcuno non lontano da me non usa questa premura e viene ammonito.
Dopo 10km la strada inizia a farsi impegnativa ed inizio a passare molti atleti, anche per via delle batterie di partenza scaglionate. Tutto fila liscio e sulle salite vere verso Montescudo e Montegrimano mi sento in gran forma. Comunque un paio mi passano! Esce il sole, ma non sento caldo. In discesa l’asfalto asciutto mi da fiducia e spingo con decisione recuperando ancora atleti. Punta massima 69km/h. Il tracciato è tecnico ma anche filante, a tratti. Solo un paio di rischi di frenata lunga sui cerchi in carbonio, ma rimango in sella sereno. Giro di boa al 45° km e ora il percorso diventa una pacchia. Leggera discesa e mi tengo sempre sopra i 40km/h.
Sento di aver dato tanto ma non troppo. Almeno spero! Mi alimento con regolarità. In tutto mezza barretta, tre gel, mezzo litro d’acqua e mezzo litro di sali.
Ultimi 5km sul lungomare fatti in totale scioltezza con qualche esercizio di mobilità. Pronto per la corsa.
Bici 2h52’31’’ – 76° tempo di frazione
 












T2 – 1’52’’. Perfetto. Veloce, devo solo metter le scarpe. Tolgo maglia, resto con il body e via.

Corsa
Fin dai primi metri mi sento apposto. Passo veloce e corto per abituare le gambe, ma trovo subito la mia corsa. 3 giri da 7km. Il primo passa subito e incrocio Macca e Fontana nel loro duello per il primo posto. Li incito a gran voce.


Il mio passo è costante a 4’25’’/km. “Così è perfetto” mi dico e facendo due conti sono sotto le 5h.
Il secondo giro fila via bene, nonostante mi aspettassi una flessione. Prendo due gel. Uno al 10km uno al 15km circa. Spugnaggio ogni 3km. Il sole è uscito di gran carriera e la temperatura sale velocemente. Comunque rimango ben idratato e un leggero vento aiuta in questo.
Ultimo giro, è ora di dare tutto. Le gambe e il fiato ci sono. Non pretendo di aumentare la mia velocità ma di tenerla costante fino alla fine. Ormai sono certo di arrivare e di farlo in totale controllo. Col passare dei km aumenta inevitabilmente la fatica. Ma ormai è fatta. Il mio tifo personale mi sostiene per l’ennesima volta e ad ogni passaggio è una bella emozione e una spinta verso il traguardo.
Imbocco il rettilineo d’arrivo a braccia alzate. Con un sorriso pieno di gioia lancio uno sguardo a alla mia ragazza e i miei "tifosi"!  Sento nitidamente la loro felicità nel bel rumore festante che c’è al traguardo di gare così belle e ben organizzate.
Ma sopratutto per la prima volta ad attendermi c'è mia figlia! Sebbene ancora in pancia!!! Una fortissima spinta in più per dare tutto. 
Corsa 1h33’50’’ – 94° tempo di frazione

Chiudo il mio mezzo Ironman in 4h55’38’’.
75° assoluto su 1000 triatleti.
17° di categoria su 160.
Davvero una soddisfazione immensa.

8 mesi di duri allenamenti hanno pagato abbondantemente  e ora affronto la trasferta di Francoforte con la grande gioia di aver messo in bacheca una meravigliosa prestazione nel mezzo Ironman di Rimini.

Michele Zucchi

sabato 18 maggio 2013

I protagonisti di Grimpeur: i fratelli Parravicini si raccontano.

Se siete degli abituali visitatori delle pagine di Grimpeur, avrete sicuramente notato la presenza di Stefano e Matteo Parravicini, portacolori del Team Duepi. Gli abbiamo chiesto di raccontarsi sulle nostre pagine e li ringraziamo per aver accettato con entusiamo il nostro invito; di seguito trovate il loro racconto.



Se 10 anni fa ci avessero detto che saremmo diventati dei maniaci delle due ruote, non ci avremmo mai creduto, e che ogni sabato e domenica, invece di starcene a letto a poltrire, ci saremmo svegliati all'alba per andare a soffrire su qualche salita, li avremmo presi per matti.

martedì 16 aprile 2013

I Muri Lombardi in un'unica giornata; il racconto di Sergio Mantonico

Conquistare il "Brevetto dei Muri Lombardi" scalandoli tutti in un'unica giornata è impresa da raccontare; e così abbiamo invitato Sergio Mantonico a scriverci un breve racconto della sua pedalata  di sabato 13 aprile 2013. Lo ringraziamo per aver accettato l'invito.


Sergio in cima al Blokhaus



Mi chiamo Sergio e vivo a Giussano,  ma sono comasco, per la precisione di Villaguardia.
Lavoro come impiegato in una piccola azienda,  tra impiego e figli il tempo per pedalare è sempre poco, ma me lo faccio bastare.
L’idea di fare questo giro nasce un po’ per caso, ma non troppo; siamo un gruppo di amici appassionati di faticacce sui pedali e spesso inventiamo giri del genere, quindi durante le sedute di spinning invernali prende forma  l’idea. 
Finalmente questo weekend il meteo ci da una mano e sabato mattina parto insieme al mio amico Butti.
Il ritrovo è a Giussano con il seguente programma: Lissolo, Villa Vergano, Onno, Colle della Madonnina, Muro di Sormano e Como Civiglio. Partiamo alle sette e la temperatura non è propriamente primaverile, ma il tempo è splendido.

Confidiamo di scaldarci sulle salite; le prime due asperità quasi non si fanno sentire, anche se le affrontiamo con calma, poi finalmente sulla Onno prendiamo il primo vero sole. Dalla Conca di Crezzo le cose si fanno serie e comincio a staccarmi dal mio socio.

Lo raggiungo in cima e ci avviamo verso Barni e poi il Muro, la fatica ora è tanta e infatti sulle dure rampe finali del Muro di Sormano soffro tantissimo, ma non mollo!

Arrivati in cima il mio compagno torna verso casa per motivi di orario, perciò mi avvio da solo verso Nesso e poi Como.
La Civiglio è dura, ma è l’ultima e non risparmio le poche energie rimaste.  Arrivato in cima mi concedo una piccola pausa e poi di corsa verso casa, alla fine percorro 140 km per 2700 mt di dislivello.
Sono soddisfatto del mio giro e adesso c’è l’intenzione di riprovarci tra un po’ con qualche piccola aggiunta; ci sono  altri muri che possono essere inseriti, ma vedremo più avanti.
Non essendo più un agonista da moltissimi anni non ho grandi obbiettivi per questa stagione , ma solo progetti per giri vari e il prossimo in cantiere è il trittico del Mortirolo
...… aspettiamo che la neve si sciolga!
Un saluto a tutti i Grimpeur.

martedì 19 marzo 2013

Alla conquista dei Muri Lombardi; l'impresa di Stefano Di Vincenzo

Stefano Di Vincenzo, portacolori della S.C. Marianese, sabato scorso, appena prima della forte nevicata che si è abbattuta sul Triangolo Lariano, è riuscito a completare il primo Brevetto dei Muri Lombardi.
Un'impresa ardua, visto le condizioni stradali al limite della praticabilità!
E allora, andiamo a conoscerlo in questa breve intervista nella quale si presenta e ci racconta la sua avventura, non prima di averlo ringraziato per la disponibilità.

Stefano impegnato sul Muro di Sormano durante la "Carica dei 101" ed.2012
 "Prima di tutto premetto che per me la bici è passione, passione pura. La passione è ciò che ti porta a fare anche cose che agli occhi degli altri possono essere incomprensibili. 
Io lavoro per l'ENI e per mia fortuna il campo petrolifero non ha mai risentito di crisi, il lato negativo (se così vuole essere visto) è che mi porta a viaggiare moltissimo e restare all'estero anche per periodi relativamente lunghi.  
Il mio obiettivo di inizio anno era proprio quello di centrare la Tris del Lario, tutta in un giorno e tutta il primo giorno. Infatti mi sono anche allenato durante l'inverno, percorrendo quasi 1.300 km,  tralasciando quella che è la mia seconda passione: la montagna. Era tutto programmato, il 1 Marzo avevo già chiesto le ferie al direttore, solo che all'ultimo momento ho dovuto annullarle perchè dovevo per forzare andare in ufficio. Così sperai invano che nessuno avesse avuto la mia stessa idea... a proposito complimenti a Mario!

Così nonostante l'atleta della Formiggilandia 2 Malgrate avesse già completato il brevetto, decisi comunque di ripeterlo al sabato, inserendo già il Colle della Madonnina, perchè da quel momento decisi di provare a chiudere per primo il Brevetto dei Muri Lombardi.

La prima salita affrontata è stata il 2 marzo il Colle della Madonnina, a seguire la Como-Civiglio il sabato dopo e per finire sabato scorso, il 16 marzo ho fatto al mattino il Civiglio e al pomeriggio il mitico Muro di Sormano.
Tranne che per il muro, sono sempre partito da casa - a Mariano Comense. Per conquistare il Muro, come gia scritto nel commento alla salita, ho convinto mia moglie a portarmi fino all'inizio del tratto cronometrato e a quel punto mentre io salivo, lei è arrivata in cima ad aspettarmi.
Ovviamente mi sono dovuto far perdonare!! ma prima di scendere un bel giro alla Colma a piedi con la neve che si stava sciogliendo.


Delle 4 salite che compongono il Brevetto, la  più impegnativa rimane il Muro... ragazzi non si scherza, però guardate che con la neve ai bordi strada e alcuni passaggi quasi ghiacciati, il Colle della Madonnina è veramente duro!

Fortunatamente il tempo è stato sempre clemente: sempre freddo, con temperature anche a -5° C (il 2 marzo alle 7.30 del mattino), ma mai pioggia; d'altronde, questo è l'inverno!

Mi piacerebbe riprovare a fare il Brevetto dei Muri in una sola giornata, ma per questo aspetterò l'estate...
 
Il mio obiettivo di stagione rimane sempre lo Stelvio: farlo sotto 1hr 25' vorrebbe dire tornare ai livelli di 10 anni fa quando si volava... però comunque far bene a Luglio durante il Mapei Day... anche se in realtà, non voglio svelare niente, ma ho in mente un'altra "impresa" a brevissimo!

Ringrazio Grimpeur, per la bellissima iniziativa che continua ad essere. Partecipare per me è come far parte di un gruppo di amici che condividono una grandissima passione e si divertono. Non posso qui ringraziare mia moglie Anna che senza di lei non avrei concluso il brevetto sabato, e poi colgo l'occasione per tranquillizzare tutti: mio Padre si sta preparando e tornerà a registrare molto presto..."

 Stefano 



 

domenica 3 marzo 2013

Mario Pizzi ci racconta la sua Tris Del Lario in una unica giornata

Erano passate meno di 12 ore dall'inizio dell'edizione 2013 della Tris del Lario quando abbiamo ricevuto le 3 registrazioni di Mario Pizzi, portacolori della società Formaggilandia 2 Malgrate, che gli assegnavano il primo Brevetto della stagione.
L'abbiamo invitato a presentarsi e a raccontare la sua giornata; lo ringraziamo per averlo accettato e, complimentandoci con lui per il bel racconto, gli auguriamo una felice stagione ciclistica.

Mario Pizzi alla Colma di Sormano (CO)

Cari amici di Grimpeur,
rispondo volentieri al vostro invito.

Lavoro come caporeparto presso un'azienda di stampaggio di materie plastiche.
Il tempo per pedalare è sempre troppo poco, ho voluto chiedere un giorno di ferie per poter fare il brevetto della Tris, un'idea che mi è venuta cosi qualche mese fa.
Poi una serie di influenze mi  hanno debilitato e reso ancora più duro il tentativo.
Il bel tempo e le temperature miti che si prospettavano mi hanno convinto a provare; cosi sono partito da Onno alle 7.45 e ho iniziato subito a salire verso Valbrona.
Le gambe anche se fredde e con i pochi km percorsi da inzio stagione giravano abbastanza bene; sono salito sempre senza forzare pensando alla lunghezza del giro e al dislivello da affrontare.
Giunto a Valbrona sono tornato a Onno per raggiungere poi Bellagio.


La salita alla Madonna del Ghisallo sempre affrontata regolarmente mi ha dato più entusiasmo.
Il sole che mi accompagnava e l'assenza pressochè assoluta di traffico mi ha fatto godere appieno la salita ed il panorama.
Il tratto del Mulini del Perlo era scivolosissimo, da affrontare stando seduti!
Giunto a Civenna, la vista spettacolare del lago e delle vette innevate ha dato una carica morale in più, cosi fino al Santuario è stato semplicemente una gioia e raggiungere la vetta ancora innevata e nel silenzio assoluto è stato bellissimo.

Il rientro a Bellagio è stata una lunga discesa per evitare scivolate; la strada soprattutto nella parte bassa  dei tornanti per rientrare a Bellagio erano da affronare coi freni ben tirati!

Ho raggiunto Nesso pedalando in tranquillità. La strada però tutta all'ombra e abbastanza umida oltre alla stanchezza che iniziava a farsi sentire ha inciso un pò sul morale.
Giunto a Nesso ho cominciato a salire; all'inizio abbastanza bene, proseguendo ho iniziato ad accusare una gran stanchezza, le forze hanno lasciato spazio ai dolori che prima alle gambe e poi alla schiena si sono diffusi ovunque. Prima di Zelbio sono stato raggiunto da un paio di ciclisti, ma neanche ho provato a stare a ruota, lo avrei pagato troppo caro.
Finalmente giunto al Pian del Tivano mi sono detto.......... è andata!
Ultimo km e mezzo, duro durissimo ma ormai ero in cima.
La vista dalla Colma è stata semplicemente strepitosa.

Ho iniziato la discesa verso Sormano per poi risalire nuovamente a Valbrona un pò timoroso per il freddo invece la temperatura mite mi ha accompagnato per tutta la mattinata.

Alla fine ho percorso 85 km con 2079 mt di dislivello; i tempi sono chiaramente molto alti, ma il periodo e la forma fisica attuale non mi hanno consentito di meglio.
Ritenterò sicuramente la Tris in un giorno solo, sicuramente in un periodo più caldo.
Non ho obbiettivi particolari per la stagione 2013, io pedalo perchè amo la bici e le salite, mi piace pedalare in compagnia ed in compagnia affronterò la GF VALGARDENA BIKE MARATHON che si correrà il 9/6 ma come ho già detto pedalo per divertirmi quindi non è mio interesse il risultato.

Affronto le prove come sfida personale e col gusto di vivere una giornata piena di emozioni.
Il primo impegno 2013 è certamente la Randolario 2013 che avrà il via il 10/3 una pedalata organizzata dal team FORMAGGILANDIA 2 una squadra di uomini e donne che rappresenta per me il senso del ciclismo e dell'amicizia; altro evento al quale non mancherò sarà la MF Fabio Casartelli. 


Auguro a tutti gli amici di Grimpeur una stagione fantastica.