sabato 6 marzo 2010

Le salite leggendarie: l'Alpe d'Huez


Per i francesi e', semplicemente, l’Alpe: una delle salite che fanno la storia del Tour de France.
La scalata da Le Bourg d’Oisans è lunga 15 km per 1170mt di dislivello che portano a quota 1857mt, con una pendenza media del 7,7%, ma è famosa soprattutto per i suoi 21 tornanti, ognuno dei quali dedicato ad un vincitore di tappa: il primo appartiene a Fausto Coppi (1952) condiviso con Lance Armstrong dal 2001.
Si tratta di una salita molto impegnativa, si parte all’altezza del campeggio la Cascade e si inizia subito con un lungo rettilineo che porta al primo tornante, o meglio il 21, è un conto alla rovescia come sullo Stelvio: nei primi 2,5 km la pendenza media non scende sotto il 10%.
All’altezza di La Garde la strada spiana per pochi metri e il chilometro successivo al 7% è uno dei più agevoli. Giunti al tornante n°7 (il primo dei due dedicati a Gianni Bugno vincitore nel 1990 e 1991) dopo 8 km di salita, passata la chiesetta di St. Ferrèol, le pendenze tornano a sfiorare il 10% e all’uscita del tornante successivo toccano il 13%.
Arrivati all’incrocio della Patte d’Oie, a 3,5 km circa dalla fine, la strada si divide: il percorso ufficiale impone di proseguire dritto ignorando la svolta a destra e rendere omaggio a Marco Pantani vincitore nel 1995 e 1997 ricordato nei tornanti 3 e 2, mentre il tornante n°1 è per la vittoria di Giuseppe Guerini del 1999.
Siamo alle soglie dell’Alpe d’Huez, è fatta, ma il traguardo è oltre il paese, in corrispondenza della fermata del bus dell’aeroporto.

Il paesaggio è mozzafiato.
Nei primi chilometri si sale fra pareti verticali di roccia e ad ogni tornante si apre una magnifica veduta della valle della Romanche, mentre per poter avvistare la mèta d’arrivo bisogna pazientare fino dopo il decimo chilometro d’ascesa.
Ad ogni pedalata si respira l’atmosfera delle battaglie del Tour e i tornanti riportano alla memoria momenti indelebili del ciclismo: Hinault e Lemond nell’86, Bugno, Pantani, Armstrong che nel 2001 scatta su Ullrich restando voltato all’indietro per guardarlo dritto in faccia mentre si allontana, una dimostrazione di forza e superiorità sbalorditiva, e infine Sastre che nel 2008 parte fin dalle prime rampe arrivando solo al traguardo togliendo la maglia gialla al suo compagno di squadra Frank Schleck.


Damiano Ruffinoni per Grimpeur.it 











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