La partenza da Olmo (BG). |
Il mio primo pensiero, dopo aver raggiunto la vetta, è stato questo: 'sembra il Gavia!'. Ovviamente di Gavia ne esite uno solo, però vi posso assicurare che le 'strutture' delle due salite sono molto simili tra di loro.
La strada comincia a salire da già dall'inizio della Val Brembana, all'incirca da Sedrina.
Prima di raggiungere Mezzoldo le pendenze aumentano al 7% per un chilometro circa, ma anche in questo caso non creano problemi, anche perché la salita rimane costante e senza strappi.
L'inizio salita vero e proprio è da considerarsi in corrispondenza di Mezzoldo (l'unico paese che si incontra durante l'ascesa): subito dopo aver superato il cartello d'ingresso al paese.
La strada comincia gradualmente a salire e, dopo una curva a sinistra, si prosegue per un kilometro all'8%. Una volta usciti dal paese la strada diventa praticamente un unico rettilineo (due sole curve spezzano leggermente il ritmo) per due chilometri circa, immergendosi nel bosco.
La pendenza media è qui del 9-10%, ma non è molto veritiera: la salita infatti non è mai regolare, ma prosegue a strappi di 100-150 metri circa per poi 'spianare' per altri medesimi tratti.
La sede stradale è molto ampia ma il manto è abbastanza sconnesso e con qualche buca. Il lungo tratto rettilineo si conclude con una curva a destra e, dopo aver attraversato di nuovo il torrente, ci si trova davanti ad un piccolo 'muro' da superare con l'aiuto anche di due tornanti.
Si arriva così alla prima delle due dighe artificiali, con relativa centrale elettrica annessa, che si possono ammirare durante l'ascesa. La strada spiana per un chilometro circa, si lascia per poco il bosco e questo è l'unico tratto dove è possibile recuperare un po' di fiato.
Con una curva a sinistra si riprende a salire, al 9%, con una serie di tornanti che portano ad una frazione di Castello, dove se necessario si può sostare per rifornirsi d'acqua alla fontana sulla destra.
Appena lasciata l'ultima abitazione la strada si incattivisce con rampe (credo anche fino al 14%) e tornanti che proseguono per un chilometro circa, e che riconducono nel bosco per un breve tratto. Da questo punto in poi (14-esimo chilometro) l'ascesa prosegue fino in vetta sempre regolare e senza grossi strappi, la pendenza media è molto vicina quindi a quella reale e, personalmente, è il tratto che più ho preferito.
Il manto stradale (fino al rifugio Ca' San Marco) è stato appena rifatto e quindi è in ottime condizioni.
Appena usciti dal bosco si incontreranno alcune case di villeggiatura (località Fraccia) e da qui in avanti si sale sempre regolare con pendenze tra l'8 e il 9 per cento circa. Qualche ampia curva aiuta se necessario, e si prosegue attraverso ampi prati. In questo tratto si scorgono anche i piloni dell'alta tensione che scendono proprio dalla vetta, ma non perdete tempo a guardare in alto per cercare di capire dove sia lo scollinamento perché il passo è ancora nascosto.
E' ben visibile, invece, il rifugio Ca' San Marco e la strada che porta ad esso. Una volta raggiunto il rifugio si avranno da affrontare gli ultimi due kilometri di salita: davanti a voi è ben visibile la strada da percorrere, e si capisce quindi subito che il prossimo chilometro torna a salire con pendenze importanti (10%).
Il manto stradale è più grezzo ma comunque in buone condizioni: se si è già stanchi questo tratto può fare male, ma bisogna tener presente che è l'ultima vera fatica della salita. In corrispondenza di un secco tornante e di una curva a destra, infatti, la pendenza spiana leggermente al 6-7% e finalmente si riesce a scorgere il passo: l'ultimo chilometro, insomma, non dovrebbe creare particolari problemi.
Descrizione di Roberto Aldeghi per Grimpeur.it
Attenzione: Il passo San Marco è aperto solo in determinati periodi dell'anno. indicativamente dal 15 maggio al 30 settembre e dipende delle condizioni atmosferiche. Controllate l'apertura prima di pianificare la scalata.
Carta identità salita del Passo San Marco da Olmo
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